Provocazione: riconosciuta se esiste una preesistente situazione conflittuale

Nella sentenza 30 novembre 2022, n. 45454 in commento, la Corte di Cassazione penale, Sez. I, annullando con rinvio l’impugnata sentenza emessa dalla Corte di Appello di Roma, ha accolto il motivo di ricorso relativo all’insufficienza della motivazione con riferimento al mancato riconoscimento della circostanza attenuante della provocazione in un caso di tentato omicidio perpetrato dal fratello di una vittima di maltrattamenti in famiglia, nei confronti del compagno della sorella. Secondo la Corte di Cassazione, che ha respinto gli altri motivi di ricorso, pur essendo configurabile il tentato omicidio e pur essendo già stata valutata in modo corretto la dinamica dei fatti, la Corte di Appello ha erroneamente respinto la richiesta volta al riconoscimento dell’attenuante della provocazione sul mero dato “temporale”. In particolare, secondo il giudice dell’appello, tale attenuante non avrebbe potuto essere riconosciuta in quanto l’aggressione posta in essere dall’imputato è avvenuta dopo circa un’ora dal litigio intercorso tra sua sorella e il suo compagno e che tale lite non fu occasionale e gli imputati avevano “ragioni di contrasto” con il compagno della sorella. Proprio quest’ultimo dato, secondo la Suprema Corte, è stato erroneamente valutato dalla Corte di Appello, in quanto una persistente situazione di tensione conflittuale può giustificare il riconoscimento dell’attenuante tutte le volte in cui la reazione iraconda esploda a distanza di tempo, in occasione di un episodio scatenante, quale conseguenza di un accumulo di rancore determinato dalla reiterazione di comportamenti ingiusti.